Il settore italiano dell’arredo-illuminazione mostra segnali di resilienza in uno scenario economico complesso. Secondo l’ultimo rapporto dell’Area Studi Mediobanca, le imprese del comparto hanno chiuso il 2024 con un fatturato in lieve crescita (+0,7%) rispetto all’anno precedente, nonostante una contenuta flessione delle esportazioni (-0,9%) causata dalle tensioni geopolitiche e dalle contrazioni nei principali mercati esteri come Francia, Germania, Regno Unito e Cina.
Sul fronte della sostenibilità, il 79,5% delle imprese ha avviato attività di sensibilizzazione ESG, con particolare attenzione alla gestione responsabile dei rifiuti (69%) e alla riduzione di fonti fossili e imballaggi (58,6%). Tra il 2023 e il 2024, la produzione di rifiuti pericolosi è stata ridotta del 10% circa. Le principali motivazioni che spingono le aziende verso un approccio sostenibile sono il miglioramento della reputazione e la conformità alle normative ambientali (entrambe al 66,1%).
La gestione delle tematiche esg è generalmente affidata al direttore generale (27,9%) o a manager non specializzati (24,6%), mentre solo il 19,7% si affida a figure specializzate. I progetti in questo ambito sono prevalentemente autofinanziati (89,3%), ma l’implementazione risulta complessa a causa di difficoltà burocratiche (41,7%) e carenza di personale con competenze green (33,3%).
Il rapporto evidenzia anche dati sulla diversità e inclusione: la presenza femminile nel settore è del 25%, con una rappresentanza del 20% nei CdA, mentre gli under 30 costituiscono solo il 15% degli occupati. Per quanto riguarda gli obiettivi di neutralità carbonica entro il 2050, il 41,4% delle imprese è già impegnato nella definizione di target di riduzione delle emissioni, ma il 31,4% non è ancora in grado di quantificarli e il 27,2% non ritiene prioritario questo impegno.

I risultati
L’analisi evidenzia significative differenze di performance tra le aziende. I grandi operatori con fatturato superiore ai 100 milioni di euro hanno registrato una crescita più marcata (+2,4%), con un’ottima performance sui mercati esteri (+4,3%), mentre le imprese più piccole hanno sofferto un calo dell’1%, che sale al 6,2% nelle vendite oltreconfine. Degno di nota il buon andamento delle imprese “distrettuali” all’estero (+1,3%), in contrasto con il calo significativo (-6,8%) delle “non distrettuali”.
Le prospettive per il 2025 appaiono cautamente ottimistiche, con il 75% delle aziende che prevede un aumento del fatturato totale e delle esportazioni, stimando una crescita del 2,5%. Tuttavia, le previsioni sono condizionate da numerose sfide: il 71,4% delle imprese teme l’inasprimento della concorrenza di prezzo, il 60% è preoccupato per l’instabilità geopolitica e il 37,1% guarda con apprensione all’agenda protezionistica americana, che potrebbe favorire l’ingresso di prodotti cinesi in Europa.
Per affrontare queste criticità, la maggioranza delle imprese (74,3%) punta all’espansione in nuovi mercati, mentre il 68,6% si concentra sullo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Prosegue anche il percorso verso la transizione tecnologica e green, con investimenti dichiarati rispettivamente dal 55,7% e dal 31,4% delle aziende. L’autofinanziamento rimane la principale fonte di risorse (78,6% degli operatori).

© Riproduzione riservata