Fusione, fissione, small modular reactor, l’Italia è pronta a rientrare nel nucleare nel quadro di un progetto energetico in cui il nuovo atomo sarà complementare allo sviluppo delle rinnovabili. E allo scopo, sta mettendo a punto alleanze e newco dedicate.
L’accelerazione, impressa con il nuovo quadro legislativo dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, è considerata cruciale per garantire a cittadini e imprese prezzi dell’energia più sostenibili. In questo quadro, sono diverse le imprese italiane in campo: Eni, Enel, Newcleo, Leonardo, Edison, Ansaldo Energia. Così come è pronta anche tutta una filiera che, nel tempo, si era messa al servizio del mercato internazionale.
Due le strade. C’è chi ha scelto la fissione (dove la reazione nucleare prevede che il nucleo si divida in due) e chi la fusione (dove due nuclei si uniscono per formarne uno più pesante). Quest’ultima è al centro della tecnologia scelta dall’Eni di Claudio Descalzi che sta sviluppando con il Commonwealth Fusion Systems (Mit di Boston) una diversa forma di energia nucleare, quella che deriva dalla fusione a confinamento magnetico: anziché dalla rottura degli atomi pesanti che si attua con la fissione, l’energia viene generata dall’unione di atomi leggeri. Eni prevede di realizzare la prima centrale nucleare a fusione industriale nei primi anni del 2030, in Virginia. A cavalcare il ritorno all’atomo per reintrodurre la generazione nucleare come fonte di produzione di energia elettrica sono in particolare tre big dell’industria come Enel, Ansaldo e Leonardo. I tre player hanno dato vita a una nuova società che svilupperà la propria attività nel settore delle nuove tecnologie nucleari puntando prima di tutto sugli Smr (Small Modular Reactor), i cosiddetti “mini reattori” ad acqua di terza generazione considerati funzionali, trasportabili e sicuri; ma in agenda avrà anche la ricerca e il monitoraggio degli Amr (Advanced Modular Reactor) che rappresentano la promessa della quarta generazione dell’atomo e utilizzano nuovi sistemi di raffreddamento (es. piombo liquido) o combustibili innovativi per offrire prestazioni migliori, nuove funzionalità (cogenerazione, produzione di idrogeno, soluzioni per la chiusura del ciclo del combustibile e quindi della gestione dei rifiuti nucleari) e un cambiamento di passo per una più elevata competitività economica.
Un’importante collaborazione è poi quella tra Edf, la controllata italiana Edison e l’Enea per sviluppare tecnologie nucleari innovative di piccola taglia, come quella dei piccoli reattori modulari (Smr). L’obiettivo è quello di impegnarsi sul nuovo nucleare per esigenze industriali.
A lavorare da anni per il ritorno del nucleare in Italia è anche la startup Newcleo che produce piccoli reattori modulari ultra-compatti di nuova generazione, ideali per essere prodotti in serie e trasportati. Secondo le ultime indiscrezioni l’Italia sta provando ad anticipare l’Eliseo e studierebbe l’ingresso nel capitale della società. Fondata nel 2021 da tre italiani – l’ex ricercatore del Cern e imprenditore Stefano Buono, la manager finanziaria Elisabeth Rizzotto e lo scienziato nucleare Luciano Cinotti – Newcleo è da tempo nel mirino del governo francese che non ha però ancora formalizzato l’investimento.
A farsi avanti per primo potrebbe essere però il governo italiano che guarderebbe al dossier puntando a una quota fino al 10% del capitale: si è parlato di Cassa Depositi e Prestiti, ma al momento non ci sono conferme.
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