Per raggiungere l’obiettivo di un’Europa più autonoma e forte, il ruolo dell’industria dell’energia è strategico. È indispensabile garantire una crescente indipendenza energetica nel complicato scacchiere mondiale e tutti i Paesi devono fare la propria parte. In Italia stiamo investendo per accelerare nello sviluppo delle rinnovabili e delle reti sempre più flessibili ed efficienti per contribuire alla decarbonizzazione e ad abbassare il costo dell’energia». Renato Mazzoncini, alla guida di A2a dal 2020, tratteggia a Moneta il ruolo del settore e del suo gruppo nell’economia del Paese e nel raggiungimento degli obiettivi europei.
Mazzoncini, in che misura i difficili equilibri mondiali stanno agendo sui settori di energia e gas?
«Non si prevede un ritorno regolare di flussi di gas dalla Russia, in parte per il venir meno del North Stream, in parte per la scadenza del contratto con Gazprom che garantiva il flusso dall’Ucraina. Il mercato dei prezzi in Europa rimarrà sugli attuali livelli così come il rapporto domanda e offerta. Il gas non scenderà sotto i 35 euro/MWh».
Un contesto complesso in cui l’autonomia energetica è sempre più essenziale.
«Deve essere il nostro obiettivo primario, è un aspetto cruciale per la difesa della nostra economia. Come ha ricordato Draghi nel suo Rapporto sul futuro della competitività in Europa, si tratta di un obiettivo raggiungibile attraverso lo sviluppo delle rinnovabili».
Quale contributo reale potrà dare il nucleare?
«Contribuirà in parte a risolvere i problemi. Oggi abbiamo circa 90GW di potenza installata complessivamente in Europa e le previsioni ci dicono che questo dato calerà per la fine vita di alcuni reattori per poi risalire con nuovi sviluppi».
Come arriviamo al target 2030 di 60 GW installati di nuova capacità rinnovabile?
«Dobbiamo installare 10GW ogni anno. Sono tre i nodi cruciali che potrebbero cambiare lo scenario: i decreti aree idonee, il rinnovo delle concessioni idroelettriche (ci sono 15 miliardi di investimenti da fare per passare da 48 a 60Twh di produzione) e l’individuazione di forme semplificate per il revamping degli impianti. Una partita industriale in cui ci sono in gioco 50 miliardi di investimenti nel nostro Paese».
Esiste un problema di capitale da allocare?
«Assolutamente no, tutto il settore sta facendo la sua parte con ingenti capitali privati – basti pensare che A2a ha investito circa 3 miliardi solo nel 2024 – e la tecnologia non manca. Esiste però un tema per consentire di affrontare il problema con scelte politiche mirate».
Sempre Draghi ha ricordato l’importanza delle reti nello sviluppo rinnovabile.
«Le reti rivestono un ruolo strategico per il processo di elettrificazione dei consumi e lo sviluppo delle rinnovabili. L’intervento che occorre realizzare è doppio: fare manutenzione straordinaria alle reti oltre a potenziarle e renderle più flessibili e resilienti. A Milano, ad esempio, A2a ha a piano il raddoppio delle cabine primarie (da 8 a 16). Investiremo circa 4 miliardi al 2035. Ma tutta l’industria energia si sta mobilitando per il potenziamento delle infrastrutture energetiche del Paese perché, anche da qui, passa la nostra indipendenza. Oltre a tutta un’economia nazionale di cui il settore è architrave.
La gestione dell’energia e delle reti vi ha permesso di aprirvi al business dei data center.
«A Milano c’è molta richiesta e noi possiamo essere degli attori chiave sia come fornitori di grandi quantità di energia di cui hanno bisogno, sia sostenereli ed essere più efficienti. Sono macchine che generano molto calore che può essere recuperato nelle reti di teleriscaldamento. Tutti i processi industriali che generano calore di scarto possono contribuire al riscaldamento degli edifici, evitando ulteriori emissioni di Co2»
Avete nuovi progetti in corso?
«Due sperimentazioni su Milano e Brescia, ma abbiamo molte richieste in valutazione: si stima che nel capoluogo lombardo si potrebbe arrivare a scaldare 150mila appartamenti. Milano punta a divenire carbon neutral nel 2030 e noi contribuiamo a questo obiettivo».
E quanto allo sviluppo delle connessioni?
«Stiamo valutando. Enel sta lavorando ad una newco per mettere a fattore comune tutte le connessioni, ovvero i collegamenti dai grandi impianti alla rete Terna. L’idea è di unire tutti i pezzi di connessione esistenti (una sorta di ultimo miglio in stile tlc, ndr) e metterli a disposizione dei player che presentano richieste di realizzazione di nuovi asset da allacciare alla rete nazionale. È un progetto a cui potrebbero essere interessati soggetti con grandi impianti di produzioni».
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