Dai campi di battaglia a quelli coltivati. La nuova frontiera dell’agricoltura è nel segno dell’hi-tech. Droni, robotica agricola, tecnologie di precisione e intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il lavoro nelle campagne con l’agricoltura di precisione che nel 2024 in Italia ha coperto il 9,5 % della superficie coltivata, in aumento rispetto all’anno prima. Le più avanzate tecnologie dell’industria bellica, dello spazio e della digitalizzazione sono sbarcate nelle aree rurali. Un decisivo cambio di passo necessario per proteggere le derrate alimentari del Paese dal moltiplicarsi di eventi climatici estremi, dalla diffusione di parassiti alieni e da costi di antiparassitari e fertilizzanti saliti alle stelle con la guerra che pesano sul reddito delle imprese e sulla produzione agricola nazionale. Fra i motivi che spingono le imprese agricole ad investire nel digitale la sostenibilità economica e ambientale, l’esigenza di fronteggiare la carenza di manodopera specializzata, la possibilità di ridurre gli input e migliorare gli interventi in agricoltura e la tracciabilità sfruttando i dati raccolti in campo.
La rivoluzione tech
Oggi il 41% delle aziende agricole italiane, secondo l’Osservatorio Smart Agrifood, adotta almeno una soluzione di Agricoltura 4.0 e il 29% due o più, per ottimizzare i processi produttivi e gestionali. Si tratta di investimenti in macchinari, attrezzature, soluzioni software come FMIS (Farm Management Information System, Decision Support System), sistemi di monitoraggio e mappatura dei suoli e delle colture. Gli investimenti hanno privilegiato software e strumenti di supporto alle decisioni e di efficientamento dei fattori della produzione (dai concimi gli agrofarmaci e alla risorsa acqua) rispetto agli acquisti di macchinari veri e propri. Il livello di digitalizzazione aumenta con le dimensioni aziendali e quando le imprese fanno parte di gruppi di produttori o consorzi o cooperative (il 38% delle aziende agricole “semplici” utilizza soluzioni di Agricoltura, contro il 44% di quelle che sono parte di cooperative e il 55% di organizzazioni di produttori). E l’avanzamento dell’innovazione ha favorito anche un contenimento dei costi aziendali con il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 che si è assestato a 2,3 miliardi di euro, in calo dell’8% rispetto al 2023.
Il robot agricolo a noleggio
Per ridurre le spese nel corso di Fieragricola Tech 2025 è stata addirittura ipotizzata l’esperienza del robot agricolo a noleggio, molto più conveniente per una sperimentazione efficace e diretta in azienda, prima di compiere il passo definitivo dell’acquisto. Per il professor Marco Vieri, accademico dei Georgofili e ordinario di Meccanica Agraria all’Università di Firenze «il noleggio è sicuramente una buona soluzione per incrementare la diffusione dei robot agricoli, perché si tratta di un contratto che presuppone che vi sia un’azienda che ha la proprietà del mezzo e, quindi, probabilmente anche tutti i tecnici in grado di risolvere i problemi specifici che un robot può trovare nella fase operativa in campo».
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