Sognare una pensione pari all’ultimo stipendio non è un’utopia, soprattutto per chi ha ancora molti anni di carriera davanti. La chiave potrebbe essere il Tfr, se investito strategicamente in un fondo pensione.
Il peso del Tfr sulla pensione futura
Per i lavoratori più giovani, destinare il proprio Tfr alla previdenza integrativa può fare la differenza, permettendo di raggiungere una pensione pari o addirittura superiore all’ultimo stipendio. Per chi è più vicino all’età pensionabile, il solo conferimento del Tfr potrebbe non bastare: servirebbero versamenti aggiuntivi, calibrati in base all’età e al profilo di rischio scelto.
Le simulazioni su lavoratori tra i 30 e i 50 anni, con stipendi netti tra 1.800 e 2.200 euro, mostrano che, senza previdenza integrativa, la pensione coprirebbe tra il 70% e il 72% dell’ultimo stipendio. Ma con il Tfr investito in un fondo pensione, la percentuale potrebbe salire fino al 105% per un 30enne con un investimento aggressivo (80% in azioni globali, 20% in obbligazioni governative europee). Per chi ha 40 o 50 anni, il tasso di sostituzione potrebbe oscillare tra il 77% e il 90%, adottando strategie più prudenti. Tuttavia, per raggiungere il 100% dello stipendio, sarebbero necessari versamenti aggiuntivi: da 119 euro mensili per un 40enne con profilo di rischio elevato, fino a 843 euro per un 50enne che opti per un investimento più sicuro.
Cosa succede se gli stipendi crescono? Se si considera un aumento annuo dello stipendio dell’1,5% oltre l’inflazione, il tasso di sostituzione scenderebbe tra il 55% e il 61%, perché la pensione non terrebbe il passo con la crescita del reddito. Anche in questo scenario, il Tfr investito in un fondo pensione aiuterebbe, portando il tasso di sostituzione tra il 66% per un 50enne con un portafoglio prudente e l’82% per un 30enne con una strategia più aggressiva. Tuttavia, servirebbero contributi aggiuntivi più alti per raggiungere il 100% dello stipendio: da 148 euro al mese per un 30enne con investimenti rischiosi, fino a 1.422 euro per un 50enne con un approccio più cauto.
Lezioni chiave: iniziare presto e investire con criterio
Due insegnamenti fondamentali emergono da questa analisi:
- Il tempo è un alleato prezioso: prima si inizia a investire il Tfr in un fondo pensione, maggiori saranno i vantaggi.
- La crescita del reddito conta: con stipendi in aumento, serve incrementare i versamenti per mantenere il giusto equilibrio tra pensione e reddito.
Attualmente, solo il 22% del Tfr maturato tra il 2007 e il 2023 è stato destinato alla previdenza integrativa, mentre il restante 78% è rimasto nelle aziende o nel Fondo di Tesoreria Inps. Questo significa che c’è ancora molto margine per migliorare. In un contesto in cui la sicurezza previdenziale è sempre meno garantita, sfruttare al massimo il proprio risparmio previdenziale diventa una scelta strategica per un futuro più sereno.
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