Il mercato del lavoro italiano sta virando sempre più verso il verde. Le imprese italiane hanno programmato nel 2024 oltre 4,4 milioni di assunzioni con richieste esplicite di competenze green, pari all’80,6% del totale. Un balzo in avanti rispetto al 2023, con una crescita dell’1,2% su base annua, secondo l’ultimo rapporto realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne. A guidare questa domanda ci sono i comparti dell’edilizia, dell’energia, della meccanica e dell’agroalimentare, ma la sostenibilità è ormai una skill trasversale, sempre più richiesta anche in professioni lontane dai mestieri tradizionalmente ambientali. Dall’ingegnere energetico al tecnico dei cantieri edili, dal biologo all’architetto sostenibile, fino agli specialisti in economia verde.
La domanda supera l’offerta
Il problema, tuttavia, è che quasi la metà delle figure richieste non si trova. Il mismatch tra domanda e offerta ha toccato quota 47,8% nel 2024, un dato che sale al 51,5% quando si tratta di profili con competenze green considerate “elevate”. In altre parole, un’impresa su due fatica a trovare candidati all’altezza delle nuove esigenze legate alla sostenibilità.
Le imprese segnalano soprattutto la mancanza di formazione adeguata, esperienze pratiche in ambito ambientale ed energia, ma anche scarsa consapevolezza dei giovani rispetto alle opportunità offerte dal green job market.
Le figure più ricercate e i percorsi formativi
La competenza green non è più prerogativa esclusiva degli esperti ambientali. È fondamentale per i tecnici delle costruzioni civili, i tecnici meccanici, gli ingegneri industriali e ambientali, ma anche per gli economisti e i manager aziendali chiamati a gestire transizioni ecologiche e strategie ESG (Environmental, Social and Governance).
Per quanto riguarda la formazione, le aziende richiedono competenze green a tutti i livelli d’istruzione, ma con un focus crescente su:
– Diplomi tecnici e professionali, soprattutto negli ambiti energia, ambiente costruito, chimica e nuove tecnologie della vita;
– Lauree in ingegneria (energetica, ambientale, civile e industriale), scienze biologiche, biotecnologie, architettura, agronomia e scienze della terra;
– Istituti Tecnici Superiori (ITS), considerati sempre più strategici per la formazione di profili altamente specializzati in chiave green.
Un’opportunità da non sprecare
Con l’Italia impegnata a centrare gli obiettivi del Green Deal europeo e del PNRR, il lavoro verde rappresenta non solo un trend in crescita, ma una vera necessità strategica. Secondo il World Economic Forum, entro il 2030 il green job market potrebbe generare fino a 24 milioni di nuovi posti di lavoro a livello globale.
Investire in formazione, orientamento scolastico e riqualificazione professionale sarà fondamentale per colmare il gap attuale e trasformare la transizione ecologica in un motore di occupazione stabile, qualificata e sostenibile.
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