La notizia è al centro della tempesta dei mercati: il presidente Trump ha annunciato un dazio base universale del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti, applicando gli stessi poteri di emergenza usati per imporre dazi su Canada e Messico. Per quei Paesi con i quali gli Stati Uniti hanno un grande deficit commerciale di merci, Trump ha annunciato dazi ancora più elevati. Il nuovo dazio reciproco del 34% sulla Cina è aggiuntivo, il che significa che la tariffa minima sui prodotti cinesi sembra ora essere del 54%.
Che cosa significa questo rispetto all’aliquota daziaria effettiva degli Stati Uniti? Nelle ultime settimane era stato previsto un aumento sempre maggiore dell’aliquota daziaria effettiva e recentemente era aumentato di circa il 10%. I dazi annunciati il 2 aprile potrebbero far salire l’aliquota effettiva fino al 25%: sarebbero i dazi più alti che il Paese abbia visto in quasi 100 anni.
L’economista di PIMCO Tiffany Wilding afferma che, se i dazi rimarranno in vigore, potremmo assistere al rallentamento o alla contrazione del PIL reale a breve termine. Secondo Bcg, in questo contesto, l’inflazione aggiuntiva potrebbe raggiungere il 2,7% (portando il totale al 4,8%), la crescita dei consumi è destinata a scendere allo 0,1% e la crescita del PIL potrebbe rallentare fino allo 0,5%.
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