Il formaggio dop più venduto al mondo batte un nuovo record. Il 2024 è stato il miglior anno di sempre per la produzione del Grana Padano, con 5.635.000 forme realizzate, pari a una crescita del 3,2% rispetto ai precedenti dodici mesi. Dietro al dato quantitativo c’è la solidità di una filierache coinvolge attivamente il territorio e che contribuisce a tenere altissima l’appetibilità – è proprio il caso di dirlo – di uno dei simboli più rappresentativi dell’agroalimentare italiano.
In particolare sono state trasformate oltre 2,9 milioni di tonnellate di latte provenienti dalla zona dop — che comprende Lombardia, Veneto, Piacenza, Piemonte e Trentino — generando valore per 135 caseifici e quasi 4mila stalle. Anche l’export ha raggiunto risultati senza precedenti, con una quota pari al 51,2% della produzione totale destinata ai mercati esteri. Le quotazioni all’ingrosso del Grana Padano hanno raggiunto livelli record, ulteriore conferma di un’annata eccezionale sotto ogni punto di vista.
In un Paese in cui l’agroalimentare vale circa 200 miliardi di euro, rappresentando circa il 15% del Pil nazionale, questi numeri arrivano in un anno in cui il Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano celebra il proprio 70esimo dalla fondazione. L’ente presieduto da Renato Zaghini si riunisce oggi per la propria assemblea annuale. Durante l’incontro, che vede anche la presenza del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, verranno presentati ai soci il bilancio 2024 e il budget promo-pubblicitario per il 2025, con particolare attenzione ai numeri straordinari raggiunti sul fronte produttivo.
Bilancio in pareggio e investimenti in crescita
Nel dettaglio, il bilancio del Consorzio per il 2024 si chiude in sostanziale pareggio, con un fatturato di 65 milioni di euro, dei quali 47 milioni destinati a promozione e pubblicità. Per il 2025 è prevista una crescita degli investimenti promo-pubblicitari, che raggiungeranno 53 milioni di euro, equamente suddivisi tra mercato interno ed estero. Questo sforzo conferma la volontà del Consorzio di consolidare e ampliare la presenza del Grana Padano nei mercati globali. Sul piano produttivo, il 2025 si apre sotto i migliori auspici: è attesa una ulteriore crescita del 3%, a conferma della solidità del trend positivo che ha caratterizzato gli ultimi anni.
Il nodo dei dazi Usa
L’assemblea annuale del Consorzio si tiene in un contesto internazionale segnato dalla questione dei dazi americani e alla vigilia dell’incontro tra il premier italiano Giorgia Meloni e il presidente americano Donald Trump. Storicamente, il Grana Padano paga un 15% di dazio per entrare nel mercato statunitense; l’aggiunta del 20% renderebbe il prezzo all’ingresso pari a quasi 6 euro al chilo, oltre il triplo rispetto ai formaggi Usa che entrano nell’Ue.
La recente sospensione di 90 giorni dei dazi, annunciata il 2 aprile e poi stabilita da Trump il 9 aprile, ha aperto una finestra di trattativa. L’auspicio del comparto è che la mazzata commerciale venga annullata. Se i dazi al 20% venissero confermati, infatti, l’impatto sul sistema Grana Padano sarebbe pesante: si stimano quasi 100 milioni di euro di danno diretto per mancata esportazione del 20% del prodotto verso gli Usa, che nel 2024 hanno importato oltre 215mila forme da 38 chili, senza contare il danno indiretto per l’accumulo di forme invendute.
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