Il 2025 inizia in salita per il settore automotive italiano. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, a febbraio la produzione industriale del comparto ha subito una brusca frenata, con un calo complessivo del 31,3% rispetto allo stesso mese del 2024. Il bilancio del primo bimestre dell’anno non è meno preoccupante: -28,7%.
Nel dettaglio, il crollo più marcato si registra nella fabbricazione di autoveicoli (codice Ateco 29.1), che a febbraio mostra un calo tendenziale del 33,5% e arriva a -34,9% su base bimestrale. Male anche la produzione di parti e accessori per autoveicoli e motori (codice Ateco 29.3), in flessione del 25,6% nel mese e del 20,6% nei primi due mesi dell’anno.
L’unica eccezione positiva arriva dal comparto delle carrozzerie, rimorchi e semirimorchi (codice Ateco 29.2), che registra una crescita del 2,3% a febbraio e del 4,4% nel bimestre.
Autovetture: produzione quasi dimezzata
Secondo i dati preliminari di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), a febbraio 2025 la produzione di autovetture in Italia si ferma a circa 22mila unità, segnando un crollo del 49,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Il dato cumulato gennaio-febbraio evidenzia una diminuzione ancora più drastica: -55,2%, con appena 33mila auto prodotte.
Industria in sofferenza: un contesto generale negativo
Il rallentamento dell’automotive si inserisce in un quadro più ampio di flessione dell’industria italiana. L’indice generale della produzione industriale, infatti, scende del 2,7% a febbraio e del 1,8% nel primo bimestre del 2025.
Il fatturato dell’industria manifatturiera (escluso il comparto costruzioni) a gennaio 2025 registra un calo dell’1,4%, confermando la chiusura del 2024 in terreno negativo (-3,4%).
ANFIA: “Serve un intervento immediato e mirato”
“La produzione automotive italiana continua a registrare un forte calo, con una flessione a doppia cifra nel mese di febbraio”, commenta Gianmarco Giorda, Direttore Generale di ANFIA. “A pesare – aggiunge – è soprattutto il crollo nella produzione di autovetture (-49,7%) e di componentistica (-25,6%). I numeri parlano chiaro e delineano uno scenario allarmante, anche alla luce dei recenti dazi imposti dall’amministrazione Trump”.
ANFIA lancia un appello: “Abbiamo espresso le nostre perplessità sul ‘Piano d’Azione per l’Automotive’ presentato dalla Commissione europea. Serve una revisione che metta al centro la neutralità tecnologica, misure per ridurre i costi energetici e gli oneri burocratici, e un piano concreto di rinnovo del parco auto europeo. Fondamentale anche l’approvazione dell’emendamento al Regolamento CO2 che introduca una flessibilità triennale nei target di emissione per i costruttori”.
Export e fatturato: luci e ombre
Nel 2024, l’export di autoveicoli (autovetture e veicoli industriali) dall’Italia ha raggiunto i 17,6 miliardi di euro, mentre l’import si è attestato a 36,8 miliardi, con un saldo fortemente negativo. Gli Stati Uniti restano il primo mercato di destinazione (18,9%), seguiti da Germania (15,3%) e Francia (11,3%).
Più positivo il bilancio della componentistica, che ha generato un export di 24,6 miliardi, con un saldo commerciale attivo di 6,8 miliardi.
Tuttavia, anche sul fronte dei ricavi il 2025 è iniziato in sofferenza: a gennaio il fatturato del settore automotive è calato del 23,2%, con una componente interna in picchiata del 27,8% e una estera in flessione del 19,5%. L’intero 2024 si è chiuso con una perdita complessiva del 14,7%.
Anche la produzione di componentistica mostra segnali di difficoltà: a gennaio 2025 il fatturato è sceso del 20,8%, trascinato dal -30% della componente interna. Nell’arco del 2024, la contrazione è stata del 14,4%.
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