Dopo le richieste arrivate da tutto il mondo imprenditoriale, l’obbligo per le piccole e medie imprese di dotarsi di polizze anticatastrofali è stato prorogato. Il termine è differito al primo ottobre 2025 per le medie imprese e al primo gennaio 2026 per le piccole e microaziende.
Ricordiamo che in base alla normativa europea, i parametri sono: piccole imprese quelle che hanno meno di 50 occupati e hanno un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro; medie imprese quelle che hanno meno di 250 occupati e hanno un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro; microimprese quelle che hanno meno di 10 occupati, hanno un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.
E’ invece già scaduto lo scorso 1 aprile il termine per le grandi imprese, per le quali però non scatteranno per ora le sanzioni per chi non si adegua, come chiedeva Confindustria.
Da Confcommercio alle associazioni artigiane, da Confesercenti alle cooperative, la protesta per le nuove norme si è fatta sempre più forte. Per gli imprenditori il 31 marzo era un termine “oggettivamente incompatibile” per mettere in regola quasi quattro milioni di imprese “sulla scorta di un regolamento attuativo emanato appena lo scorso 27 febbraio e senza che sia stato ancora attivato il portale Ivass per la comparabilità delle offerte assicurative in materia”. Le aziende, in sostanza, volevano più tempo anche per confrontare i prezzi offerti dalle compagnie assicurative sul mercato. L’obiettivo è dare al legislatore anche il tempo per affrontare alcune criticità. Una su tutte, lo squilibrio tra locatore e locatario: chi paga l’affitto sostiene il costo della polizza, mentre la copertura assicurativa va esclusivamente a vantaggio del proprietario dell’immobile. Conformarsi alle nuove direttive che richiederanno un onere aggiuntivo, non è un problema sentito solo dalle aziende di piccole dimensioni.
Intanto, sulle FAQ dell’Ania (l’associazione delle imprese assicuratrici) per le polizze catastrofali si leggono altri dettagli. Ed esempi specifici. Come quello relativo alle giostre che sono mobili ma “anche il giostraio, se tale attività è svolta come attività imprenditoriale e comporta l’iscrizione nel Registro delle imprese, è tenuto ad assicurarsi. La valutazione del rischio spetterà all’impresa di assicurazione con cui verrà sottoscritta la polizza”.
Cosa accade alle imprese che non rispettano l’obbligo? Secondo il comma 102 della Legge di Bilancio, del mancato rispetto dell’obbligo di assicurarsi, si deve tener conto “nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali”. Quindi, le imprese inadempienti potrebbero non accedere ad agevolazioni o contributi pubblici. Inoltre, qualora si verificasse uno degli eventi previsti dell’obbligo, le imprese non assicurate rischiano di dover fare fronte autonomamente ai danni subiti, con importanti ripercussioni sull’operatività della propria attività.
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