La tavolozza piange. E gli investimenti appaiono purtroppo sbiaditi. Il mercato dell’arte globale ha infatti chiuso il 2024 in calo, segnando il secondo anno consecutivo di flessione dopo il picco storico del 2022. Il settore – spiegano gli esperti – continua a risentire degli effetti di un contesto instabile, caratterizzato a livello globale da crisi e tensioni geopolitiche. La cornice, per usare un termine particolarmente adatto all’argomento, è tuttavia ben più complessa. Segnali di trasformazione del settore provengono anche dal passaggio generazionale e all’adozione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, che nel 2024 ha fatto il suo debutto ufficiale tra le opere battute all’asta.
Un dipinto prodotto dal robot umanoide Ai-Da, che sfrutta l’AI per dipingere, è stato infatti venduto nel 2024 da Sotheby’s per 1,1 milioni di dollari. È la prima volta che una major scommette sulle pennellate di un algoritmo, con ottimi risultati di mercato, se si considera che il quadro partiva da una base d’asta compresa tra i 120mila e i 180mila dollari. L’intelligenza artificiale, dunque, emerge non solo come potente strumento di analisi di mercato, ma anche come nuovo medium per la produzione di opere d’arte, fenomeno che – come emerge dal report – non è esente da rischi e controindicazioni.
A delineare il quadro complessivo del mercato è il report annuale di Deloitte, “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione 2025“. La domanda globale di beni da collezione – rileva lo studio – ha segnato una contrazione, influenzata dal perdurare delle tensioni internazionali che hanno limitato la capacità delle case d’asta di reperire opere di qualità. Un mercato più cauto, con collezionisti sempre più riluttanti a correre rischi, ha portato a un fatturato complessivo ridotto del 26,2% rispetto al 2023. Il calo ha riguardato la pittura, ma anche i “Passion Assets”. A fronte di un mercato in generale contrazione, emergono tuttavia alcuni segnali positivi. In particolare, il design da collezione ha conosciuto un periodo di crescita, con un aumento di oltre il 20% nel fatturato delle aste. Questo fenomeno è legato principalmente all’interesse crescente da parte dei giovani collezionisti e alla natura più accessibile di questi beni rispetto alle tradizionali opere pittoriche.
“Nel 2024, da un lato abbiamo assistito a un rallentamento delle performance, con il secondo anno consecutivo di risultati negativi rispetto al record storico del 2022, influenzati dalle turbolenze geopolitiche che hanno portato venditori e acquirenti a una fase riflessiva“, commenta Ernesto Lanzillo, Partner e Leader di Deloitte Private. “Dall’altro, il mercato sta attraversando una fase di profonda trasformazione, guidata soprattutto dall’ingresso nel settore di una nuova generazione di collezionisti, più giovani e con gusti in evoluzione.”
In questo contesto, emergono particolari spunti di preoccupazione legati al futuro del settore e al suo principale motore: quello della creatività. La crescente automatizzazione del processo creativo potrebbe infatti portare a una standardizzazione delle opere d’arte, rischiando di snaturare il valore artistico tradizionale. “L’AI sta assumendo un ruolo sempre più centrale non solo come strumento di analisi e previsione dei trend di mercato, ma anche come nuovo medium artistico, facendo tuttavia emergere il rischio di una possibile standardizzazione dei processi creativi“, ha affermato Roberta Ghilardi, Art&Finance Manager.
Dal punto di vista geografico, il mercato ha mantenuto il suo centro di gravità negli Stati Uniti, con New York che continua a essere il fulcro del settore, grazie alla forte domanda locale. Anche in Asia, nonostante le difficoltà economiche in Cina, altri paesi come Corea del Sud, Taiwan e Giappone stanno emergendo come nuovi poli culturali. In Europa, Parigi sta guadagnando terreno su Londra, grazie a politiche fiscali vantaggiose e agli investimenti degli operatori del settore. In Medio Oriente, infine, il mercato dell’arte continua a crescere, con case d’asta come Christie’s che apriranno nuove sedi in Arabia Saudita e Sotheby’s che ha tenuto un’asta di grande successo a Diriyah, punto d’incontro tra arte e lusso.
Per quanto riguarda il settore della pittura, che rappresenta circa il 70% del mercato globale dei beni da collezione, il 2024 ha visto un ulteriore rallentamento. Le principali case d’asta internazionali hanno registrato risultati sotto le aspettative, con un tasso di invenduto che è salito al 17,2%, rispetto al 16,8% dell’anno precedente. Il fatturato della pittura è sceso a poco più di 5,2 miliardi di dollari, con una flessione del 25,6% rispetto al 2023. Questo calo è la diretta conseguenza dell’atteggiamento prudente dei collezionisti e delle difficoltà delle case d’asta nel presentare opere di qualità.
Nonostante la contrazione del mercato, l’arte rimane una risorsa fondamentale per gli investitori e i collezionisti, ma il settore è ormai in fase di profonda trasformazione. Il passaggio generazionale, l’emergere di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e i cambiamenti nelle preferenze dei collezionisti più giovani stanno ridisegnando i contorni di un mercato che, pur mostrando segni di rallentamento, è destinato a evolversi sotto l’influenza di questi nuovi fattori.
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