Il Department of Government Efficiency (Doge), la creatura burocratica guidata da Elon Musk sotto l’egida della nuova amministrazione Trump, sta attuando una delle revisioni della spesa pubblica più radicali degli ultimi dieci anni. Il suo obiettivo è ridurre gli sprechi, ridimensionare i contratti federali meno produttivi e ottimizzare le uscite statali. Fino ad oggi, Doge ha dichiarato di aver risparmiato circa 115 miliardi di dollari, equivalenti a 714 dollari per ogni contribuente. Tuttavia, questi tagli stanno avendo un impatto negativo anche sul mercato azionario, con diverse grandi aziende statunitensi che stanno subendo gravi perdite.
I titoli di Wall Street più colpiti dal Doge
L’impatto dei tagli dal Doge è già stato visibile in Borsa. Accenture e Gartner, due colossi che operano nel settore dei contratti federali, hanno visto crollare i loro titoli, con una perdita rispettiva del 7,26% e del 6,82% sull’indice S&P 500. La ragione? “La crescente pressione dell’amministrazione Trump, e di Doge, per tagliare in profondità i contratti di consulenza e It”, ha spiegato Gabriel Debach, market analyst di eToro. Durante una conference call, l’amministratore delegato di Accenture ha definito Doge un “potenziale ostacolo alla crescita”, contribuendo a indebolire il titolo. Mentre Pete Hegseth, Segretario alla Difesa, ha annunciato su X che alcune aziende, tra cui Gartner, vedranno i propri contratti ridotti. Questi sviluppi segnano una netta inversione rispetto alla gestione della precedente amministrazione Trump, che aveva mostrato maggiore attenzione alle ripercussioni sugli investitori.
Ma il numero delle aziende colpite dai tagli Doge sta crescendo di giorno in giorno, e il messaggio che arriva dai mercati è chiaro: nessuna impresa è al sicuro. Amentum, gigante dell’ingegneria difensiva, ha visto annullati contratti per 35,3 milioni di dollari, una cifra modesta rispetto ai suoi 5 miliardi di ricavi pubblici, ma che comunque rappresenta un segnale forte per l’intero settore. Kratos, produttore di droni militari, ha già espresso preoccupazione sui suoi ricavi governativi, che nel 2023 hanno raggiunto i 762 milioni di dollari. Mirion Technologies, attiva nei settori della difesa e dell’energia, ha avvertito di impatti operativi incerti dovuti ai tagli.
Nel settore biotech, aziende come ImmunityBio, PMV Pharmaceuticals, Rezolute e Ventyx Biosciences temono che i tagli possano rallentare le approvazioni della FDA, mettendo a rischio la loro crescita. Encompass Health, una delle principali aziende di ospedali riabilitativi, ha dichiarato di non essere in grado di prevedere gli effetti dei tagli su Medicare, che rappresenta una porzione significativa del suo fatturato.
Inoltre, sono sempre più sotto osservazione dagli analisti le aziende che dipendono pesantemente dai contratti federali, come BigBear.ai, Dlh Holdings, Saic, Tyler Technologies e Caci International. Per alcune di queste, fino al 100% dei ricavi proviene da commesse governative, rendendole particolarmente vulnerabili alle decisioni di Doge.
Tesla, il vero sconfitto
Tra tutti, però, è Tesla a pagare il prezzo più alto. Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca e Musk ha dedicato il suo impegno a Doge, il titolo della casa automobilistica ha perso il 44,6%, una caduta più forte di quella di qualsiasi altra azienda direttamente colpita dai tagli. Perché? Perché Tesla è diventata un simbolo politico e i danni al brand sono ormai globali. Il titolo ha registrato nove settimane consecutive di ribassi, un record negativo nella storia dell’azienda, e oggi quota in calo del 55% rispetto ai suoi massimi. Il tutto, nonostante il tentativo di Trump e del Segretario al Commercio Howard Lutnick di difendere Tesla, definendo le azioni “un affare irripetibile”.
Il futuro sotto la scure del Doge
Il messaggio di Doge è chiaro: l’efficienza è diventata la nuova priorità. Tuttavia, mentre i risparmi dichiarati sono elevati, le ripercussioni sui mercati sollevano interrogativi cruciali. I mercati premieranno questa rivoluzione o puniranno l’incertezza che porta con sé? “Per ora, Wall Street soffre, Tesla affonda, e gli investitori retail sono chiamati a fare una scommessa che sembra sempre più un atto di fede – ha commentato Debach. – Il vero impatto dei tagli Doge, probabilmente, non si misurerà solo in miliardi di dollari, ma nella capacità di Musk e Trump di trasformare il caos in una nuova stabilità. Fino ad allora, il bisturi continua a colpire e il mercato a tremare.
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