Riconfermato il tandem Donnet-Sironi al vertice delle Generali per altri tre anni, Mediobanca alza le barricate contro l’offerta del Monte dei Paschi. All’alba di questa mattina l’istituto guidato da Alberto Nagel ha lanciato a sorpresa l’assalto a Banca Generali, offrendo in cambio l’intera sua quota nelle assicurazioni Generali.
Tecnicamente si tratta di un’offerta pubblica di scambio volontaria (Ops) sul 100% delle azioni di Banca Generali per un valore di 6,3 miliardi di euro, corrisposto interamente in azioni della compagnia assicurativa. L’operazione comporta per Piazzetta Cuccia, in pratica, la cessione della partecipazione in Generali e il simultaneo investimento in Banca Generali. L’obiettivo è tra le righe del comunicato di Mediobanca: “Tramite una massiccia riallocazione del capitale nel wealth management, l’aggregazione consente l’evoluzione del rapporto tra Mediobanca e Generali che da finanziario si trasforma in una forte partnership industriale”. Piazzetta Cuccia offrirà per ogni azione che ha in portafoglio di Generali 1,7 azioni di Banca Generali, con un premio implicito dell’11% in base ai valori del 25 aprile.
In queste settimane i valori delle due società, cioè di Banca Generali e di Generali, si sono allineati. Il dettaglio è importante perché Mediobanca è in passivity rule da quando Mps ha lanciato la sua offerta. Significa che Nagel non può modificare il suo perimetro patrimoniale. Può però lanciare una Ops sulla quota Generali perché i valori sono analoghi e non modifica quindi il patrimonio.
L’operazione dovrà essere approvata dagli azionisti in un’assemblea fissata per il prossimo 16 giugno e potrebbe arrivare sul mercato a settembre per concludersi ad ottobre. Se andrà a buon fine, gli utili della banca guidata da Nagel verranno per il 50% dal wealth management con un apporto pari a 800 milioni. Oggi invece il 40% circa dei profitti arrivano dalla partecipazione del 13,1% detenuta in Generali.
Vedremo le reazioni dei soci rilevanti dell’istituto: Francesco Gaetano Caltagirone con il 7% e la holding Delfin della famiglia Del Vecchio, che possiede il 19,8 per cento. E vedremo anche quale sarà la reazione dell’ ad del Monte, Luigi Lovaglio.
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