I dazi impatteranno i grandi eventi sportivi? L’avvocato Luca Ferrari, partner dello studio legale Withers che assiste anche alcuni importanti produttori che esportano negli Usa, parte da una premessa: lo sport è un settore complesso con una supply chain molto articolata.
L’impatto sarà quindi diverso per le singole industrie della catena. Partiamo dal prodotto fisico: dall’abbigliamento alle calzature alle attrezzature (biciclette, palloni, caschi). «In gran parte sono prodotte in Asia, o comunque fuori dagli Stati Uniti anche quando i brand sono americani. Quindi le produzioni in Cina o in Vietnam avranno un impatto importante sia sui margini delle grandi industrie americane produttrici, sia sui prezzi al consumo», spiega Ferrari.
Per i grandi eventi sportivi, le preoccupazioni riguardano l’aumento dei costi per le infrastrutture. «Alcuni contratti saranno stati già chiusi e quindi le possibilità di oscillazione dei prezzi potrebbero mettere in crisi i fornitori. Avendo dazi al 25% su acciaio e alluminio, e altri sulla tecnologia asiatica, necessaria per le produzioni audiovisive, ci saranno inevitabilmente delle limitazioni».
Non dimentichiamo, inoltre, il merchandising, altra voce con un certo impatto economico. «Ci sarà una forte pressione degli organizzatori di queste competizioni per l’introduzione di esenzioni dalle tariffe con riguardo a determinati prodotti e materiali ed evitare gravi contraccolpi sugli equilibri economici di queste manifestazioni». Quanto agli sponsor, molti sono asiatici, lato tecnologie e non solo. «È vero che alcune sono bloccate in contratti pluriennali, però altre non sono ancora chiuse. Il rischio è che si restringa quel parterre di candidati disposti a investire per promuovere il brand in un paese che di fatto li sta respingendo. Penso, per esempio, ai produttori giapponesi dell’automotive», conclude Ferrari.
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