Dopo il crollo di Lvmh, il lusso italiano apre la stagione delle trimestrali reggendo agli scossoni del mercato. Da Cucinelli a Moncler, la moda nostrana è preoccupata per il futuro, ma si dimostra resiliente.
Guardando ai numeri, la casa di moda Brunello Cucinelli ha chiuso il primo trimestre con ricavi a 341,5 milioni (+10%), in linea con le attese degli analisti e confermando la crescita per tutto l’anno “del 10%, con un livello di redditività sano ed equilibrato”. “Risultati ottimi sia nel canale retail che in quello wholesale.
“Consideriamo questo momento “speciale” per il mondo intero. Quindi abbiamo chiesto a tutti i dipendenti in ogni parte del mondo di essere concentrati su quello che è il nostro lavoro essendo: fiduciosi, educati, amabili, garbati, compatti e concentrati fin quando l’economia si ristabilizzerà, immaginando che queste difficoltà hanno la loro ciclicità e fanno parte della vita dell’uomo; e ci auguriamo che i conflitti si trasformino in collaborazione tra le genti per un futuro ricolmo di generosità e coraggio”, ha commentato Brunello Cucinelli, presidente esecutivo e direttore creativo.
In questo quadro e in un settore attraversato da tensioni geopolitiche, rallentamento cinese, nuove barriere commerciali e compressione dei multipli, “Brunello Cucinelli non si muove da leader di scala. Si muove da leader di posizionamento. E questo, nel lusso contemporaneo, può bastare”, spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro sottolineando come
“a fronte di un settore che da inizio anno ha perso in media il 17%, Brunello Cucinelli limita il drawdown al -3,6% – ben distante dai cali a doppia cifra delle grandi maison francesi. Non si tratta di assenza di rischio, ma di un diverso rapporto con il rischio stesso: più culturale che industriale. Il posizionamento sostituisce la performance”.
L’analista sottolinea poi che “il dato sulle Americhe (+10,3%) sarebbe già notevole di per sé. Ma diventa eccezionale se si considera che nel Q1 2024 la stessa area era cresciuta del +19,5%. Significa che la domanda di capi artigianali ed esclusivi non mostra segni di normalizzazione, nemmeno dopo un anno record. Anche l’Asia non delude: +11,3%, con performance “doppia cifra” in Cina per il quinto trimestre consecutivo. Un segnale chiaro, ovvero che il desiderio di lusso autentico non si è esaurito, si è trasformato, cercando brand capaci di incarnare valori e narrazione. Ed è qui che Cucinelli vince”.
Quanto al capitolo dazi, da sottolineare come sui listini per la primavera-estate già in negozio non siano previsti rialzi dei prezzi. Cucinelli ricorda che anche in passato il cambio dollaro-euro aveva avuto effetti analoghi, e il cliente alto di gamma aveva continuato ad acquistare. Tradotto: il pricing power è intatto.
Moncler: ricavi a +1%
Da parte sua Moncler ha chiuso il primo trimestre con ricavi in crescita dell’1% a 829 milioni. In particolare i ricavi hanno raggiunto 721,8 milioni (+2%) e quelli di Stone Island 107,3 milioni (-5%). Il cda, riunitosi subito dopo l’assemblea che lo ha rinnovato, ha nominato Remo Ruffini presidente e Marco De Benedetti vice-presidente della società. Nel primo trimestre 2025, anche Moncler ha mostrato resilienza in un mercato del lusso che inizia a fare i conti con una normalizzazione post-pandemica, l’incertezza geopolitica e i primi effetti delle barriere commerciali. Nonostante questo, Moncler è al momento il miglior titolo del lusso europeo per rendimento da inizio anno.
In questo contesto, il confronto con Brunello Cucinelli è inevitabile. “Se la maison umbra continua a puntare sull’identità narrativa e sull’artigianalità come forma di resistenza ai cicli di mercato, Moncler sceglie la disciplina operativa come difesa: il canale Direct-to-Consumer (DTC) cresce del 4% anno su anno, e rappresenta ormai l’87% delle vendite del brand Moncler”, spiega e-Toro.
Il tono di Remo Ruffini è pragmatico, più ancorato alla disciplina operativa che alla narrazione valoriale e la strategia multi-brand resta un elemento difensivo importante, anche se Stone Island, con un -5%, conferma che il percorso di riposizionamento è ancora in corso. Nel lusso 2025, dunque, “si confrontano due approcci: uno narrativo e contro-ciclico, l’altro industriale e difensivo. Entrambi reggono. Ma è chiaro che, mentre Cucinelli promette continuità nella bellezza, Moncler promette efficienza nel controllo. Due strategie, due linguaggi. In un mercato che oggi non chiede più solo crescita: chiede tenuta”, conclude e-Toro.
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