Non solo Man Ray. Con 266 lotti all’incanto di alcuni tra i maggiori artisti contemporanei e del Novecento, la casa d’aste Finarte ha tenuto a Milano il suo più importante appuntamento dedicato alla fotografia d’autore. Si è trattato di un test interessante per un settore sempre meno di nicchia nel mercato dell’arte, prova ne è che oggi le maggiori case d’asta internazionali introducono regolarmente gli scatti di fotografi “top” nelle vendite annuali di arte del Dopoguerra. Sintomo che sulla fotografia il sistema economico di settore punta eccome, e a maggior ragione in una congiuntura che dallo scorso anno registra un progressivo calo dei fatturati di gallerie e case d’asta. Malgrado (anche) sul mercato della fotografia l’Italia rappresenti la provincia di un impero che ha le sue capitali a New York, Parigi e Londra, l’asta di Finarte ha confermato quella che negli ultimi tre anni è stata una vera e propria controtendenza globale, con compravendite in crescita grazie soprattutto a prezzi più accessibili anche per autori di rilievo.
In testa alle vendite milanesi figura il record italiano per la statunitense Francesca Woodman: «Untitled Antella, Italie, 1977/1978» che era stimata 7.000-10.000 euro ed è stata aggiudicata a 37.950, mentre «Game of Desire couple #1, 2009» dell’iraniana Shirin Neshat (attualmente in mostra al Pac di Milano) stimata 12.000-18.000 euro è stata aggiudicata a 14.000. Bene anche gli italiani Luigi Ghirri («Studio di Giorgio Morandi 1989-1990» stimato 5.000-6.000, venduto a 12.750 euro) e «Scanno 1957» di Mario Giacomelli (stimato 2.500-3.500 e venduto a 10.230 euro).
Mercato dinamico e in crescita quello della fotografia, dunque, malgrado una frenata del fatturato globale del 20 per cento nel 2024 rispetto al boom del 2023, come confermato dall’ultimo Report Deloitte Private che però non tiene conto dei risultati delle grandi aste di arte contemporanea (nove top lot di fotografia lo scorso anno per un totale di 12 milioni di dollari), né delle sempre più incisive vendite private da parte delle stesse case d’asta, né delle compravendite online. Così come per il comparto arte, anche la fotografia registra una frenata nelle vendite altissime, come fu nel 2022 con i due record di Christie’s, «La Violon d’Ingres» di Man Ray (12,4 milioni di dollari) e «Flatiron» di Edward Steichen (11,8 milioni di dollari). Nel 2023, lo scatto più caro era stato uno dei celebri «Cowboy» (quelli delle Marlboro) di Richard Prince della General Fineberg Collection per 1,6 milioni di dollari, superato nel 2024 da un altro Cowboy («Untitled») del 1997 venduto da Christie’s di Londra a 2,6 milioni di dollari. Christie’s, del resto, si conferma ancora la casa d’asta leader mondiale nel settore fotografia, con le otto vendite più alte del 2024 e una crescita del 143,5% rispetto al 2023: tra i suoi top lot dello scorso anno spiccano il record personale dello statunitense William Eggleston, uno dei padri della fotografia artistica a colori («Untitled, c. 1971-1974» per 1,44 milioni di dollari), e la ritrattista Diane Arbus con «Cathleen and Colleen, Roselle, New Jersey» venduta a 1,10 milioni.
A spingere il mercato della fotografia d’autore c’è ovviamente un sistema legato alle grandi mostre pubbliche, quelle delle gallerie che contano e dei musei, esattamente come avviene per le arti figurative. Conseguentemente, alcuni artisti internazionali ne detengono le redini, consacrati anche dalle fiere che fanno tendenza, in testa Paris Photo che si tiene a novembre, Photo London (a maggio), Photofairs e AIPAD show di New York (ad aprile), Photo Basel (a giugno). Tra i fotografi più gettonati spiccano soprattutto nomi americani, come l’attivista statunitense Nan Goldin, eletta regina della Power100 di ArtReview, la raccolta annuale delle 100 figure più influenti nel mondo dell’arte; l’autoritrattista Cindy Sherman, il ritrattista Richard Avedon di cui si è appena celebrato il centenario della nascita, Robert Mapplethorpe di cui il prossimo anno si terrà un’antologica sull’Isola di San Giorgio a Venezia. Il trend di mercato verte dunque soprattutto sulla fotografia moderna e contemporanea, mentre risulta in calo l’interesse per gli scatti vintage del primo Novecento, eccezion fatta per i capolavori: lo scorso anno la «Ballerina satirica» dell’ungherese Andre Kertesz del 1926 ha raggiunto il record con Christie’s di 567.000 dollari.
E l’Italia? Il mercato alto segue il trend americano: nella classifica delle prime dieci vendite 2024-2025 figura infatti soltanto un artista italiano, il maestro napoletano Mimmo Jodice, al quarto posto con la stampa «Trentaremi» del 2000 battuta da Christie’s Milano a 30.240 euro. Per trovare un altro italiano bisogna scendere all’undicesimo posto con il Porfolio «Cantergiani» del paesaggista emiliano Luigi Ghirri (11.430 euro battuto da Finarte) a cui segue la stampa «Beirut» di Gabriele Basilico (9.540 euro, Finarte). Tuttavia il mercato interno gode di buona salute come testimonia la casa d’asta leader, Finarte, che nel 2024 ha registrato per la fotografia il suo anno più prolifico con un fatturato di 1.300.000 euro, e il record nell’asta dello scorso aprile con vendite per 450mila euro. «Anche per la fotografia però – sottolinea la senior expert Marica Rossetti – l’Italia soffre purtroppo di vincoli normativi che scoraggiano gli acquirenti stranieri, in primis il divieto di esportazione di stampe datate oltre 25 anni». Siamo alle solite.
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