L’Italia continua a spingere forte sul pedale del credito al consumo. Nel 2024 il volume complessivo dei finanziamenti ha segnato un aumento del 5,3%, passando da 160,7 a 169,3 miliardi di euro. Una crescita che supera di gran lunga quella registrata nei prestiti complessivi alle famiglie, saliti appena dello 0,5%. È quanto emerge dall’ultima analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, elaborata su dati di Bankitalia e Bce.
Ma attenzione. L’Italia si conferma tra i paesi più cari d’Europa per chi ricorre ai prestiti personali. A febbraio 2025 il Taeg (Tasso annuo effettivo globale) applicato alle nuove operazioni si è attestato al 10,45%, ben al di sopra della media dell’eurozona (8,38%) e distante dai livelli di Francia (6,73%) e Germania (8,34%). Dopo un calo nella seconda metà del 2024, il percorso di riduzione dei tassi si è bruscamente interrotto a gennaio. Non solo.
Finanziamenti: uno su cinque è destinato ai consumi
In Italia quasi un prestito su cinque è destinato ai consumi: una quota del 18,9% sul totale dei finanziamenti, contro l’11,1% della media europea. Francia e Germania si fermano rispettivamente al 12,7% e al 9,5%. Numeri che raccontano un Paese che si indebita per comprare, spesso in assenza di reali alternative. A livello territoriale, nel quarto trimestre del 2024 le impennate maggiori si sono registrate in Emilia-Romagna (+2,01%), Toscana (+1,97%) e Lombardia (+1,86%). Più contenuta la crescita al Sud, con la Campania fanalino di coda (+1,14%).
Capitolo mutui
Anche sul fronte dei mutui, le prospettive non sono incoraggianti. Dopo un lieve calo a gennaio, a febbraio il Taeg medio è risalito dal 3,5% al 3,58%, interrompendo la fase di raffreddamento iniziata ben prima che la Bce iniziasse a rivedere la propria linea monetaria. Un fenomeno in linea con quanto accade nel resto d’Europa, dove i tassi sono tornati a salire: in Germania dal 3,56% al 3,63%, in Francia dal 3,67% al 3,68%.
Un dato positivo arriva però dalla tenuta del credito: nel 2024 il tasso di deterioramento dei prestiti alle famiglie è sceso dallo 0,262% allo 0,222%, confermando una certa stabilità. Ma le criticità restano, soprattutto al Sud: in Sicilia si registra il dato peggiore (0,352%), seguita da Campania (0,349%) e Calabria (0,328%).
Infine, un’ombra lunga si allunga sulla crescita silenziosa della cessione del quinto. Si tratta di una forma di prestito apparentemente sicura, ma che nasconde risvolti sociali sempre più preoccupanti. Dal 2011 alla fine del 2024 l’ammontare complessivo è quasi raddoppiato, da poco più di 10 a oltre 18 miliardi di euro. Solo nell’ultimo anno la crescita è stata dell’1,1%.
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