Le assemblee di Generali, Mps e Bper, l’avvio dell’Ops di Unicredit sul Banco Bpm e la fine dell’Opa su Anima con con l’adesione del 67,97% del capitale ma anche con il niet, però, di Bce e Eba a concedere il cosiddetto Danish Compromise che rende più onerosa dal punto di vista del capitale l’operazione lanciata dall’istituto di Piazza Gae Aulenti. Il mese di aprile sarà decisivo per le mosse del risiko bancario, anche se l’esito delle due partite più attese, la scalata di Unicredit al Banco e quella di Mps a Mediobanca verrà definito solo tra giugno e luglio.
La partita tra Unicredit e Banco Bpm
Partiamo dall’Ops di Unicredit sul Banco Bpm: l’ad Andrea Orcel ha incassato il via libera della Consob al documento d’offerta, già bocciata da Piazza Meda. Il periodo di adesione è fissato dal 28 aprile al 23 giugno. Nel documento si ribadisce che l’offerta “è autonoma e indipendente dall’investimento nel capitale sociale di Commerzbank e da qualsiasi eventuale sviluppo che dovesse registrarsi nei mesi a seguire”. L’istituto di Piazza Gae Aulenti è stato autorizzato dalla Bce a salire fino al 29,9% dell’istituto tedesco. Attualmente Unicredit detiene il 28%, di cui il 18,5% in strumenti. Per trasformarli in azioni è atteso il via libera dell’antitrust tedesco. Nel frattempo la Bce ha autorizzato il Credit Agricole a salire fino al 19,9% di Piazza Meda. La Banque Verte, che eserciterà l’opzione per crescere fino al 19,8% convertendo gli strumenti derivati che ha in portafoglio, resta così la spina nel fianco sulle future mosse di Orcel pur chiarendo che non intende lanciare, a sua volta, un’opa sulla banca guidata da Giuseppe Castagna. L’obiettivo di Parigi è quello di essere un azionista di lungo periodo e tutelare i propri interessi, per il resto non è l’attore protagonista. Lo sono altri. Tuttavia c’è da considerare come l’Agricole sia la vera incognita della partita, tenendo conto anche degli accordi commerciali che Unicredit ha con Amundi e che sono in scadenza nel 2027. Su questo aspetto il gruppo guidato da Orcel sarebbe, secondo Bloomberg, al lavoro per un partner alternativo rispetto alla controllata dei francesi.
L’opa di Banco Bpm su Anima
Giuseppe Castagna segna il primo round del risiko bancario. L’Opa del Banco Bpm su Anima Holding si è infatti chiusa con l’adesione del 67,97% del capitale. L’istituto di Piazza Meda, che già dispone del 21,9%, sale così all’89,95% della società di gestione del risparmio. Una volta chiusa l’Opa al Banco farà capo una quota di Mps del 9% (il 5% detenuto direttamente, il 4% con Anima) che potrebbe rivelarsi decisiva per i destini dell’offerta di Mps su Mediobanca.
Il dossier Mps-Mediobanca
Per ora Castagna ha glissato su quello che farà a Siena il 17 aprile, quando i soci dovranno approvare a maggioranza dei 2/3 l’aumento al servizio dell’offerta su Piazzetta Cuccia. Il mercato si aspetta che i voti di Piazza Meda si uniscano a quelli del Mef, di Caltagirone e di Delfin, assicurando all’operazione, ben vista dal governo, l’appoggio del 40% del capitale, quota che potrebbe bastare a respingere l’eventuale contrarietà degli investitori istituzionali (il proxy advisor Iss l’ha bocciata ma Glass Lewis ha raccomandato agli azionisti del Monte di sostenere l’Ops). Dopodiché il ceo del Monte, Luigi Lovaglio, prevede di ricevere il via libera delle authority entro la fine di giugno e di chiudere a luglio l’operazione.
L’assetto di Generali
In attesa di vedere se Generali avrà in Siena, Delfin e Caltagirone un nucleo di azionisti forti con il 30% del capitale, gli assetti del Leone potrebbero essere già scossi il 24 aprile, quando i soci nomineranno il nuovo cda. A sfidarsi saranno tre liste, quella di Mediobanca, l’unica di maggioranza, quella di minoranza lunga di Caltagirone, contrario all’operazione Natixis, e quella di Assogestioni. Cruciale sarà l’orientamento dei grandi soci Benetton (4,5%) e Unicredit (che sarebbe ormai prossimo al 10%).
Bper e Banca Popolare di Sondrio
Unipol voterà sicuramente a favore dell’aumento di capitale di Bper nell’assemblea del 18 aprile, chiamata ad approvare l’Ops sulla Sondrio. Anche perché, ha fatto intendere il presidente del gruppo assicurativo, Carlo Cimbri, sulla banca valtellinese ha messo gli occhi l’olandese Ing.
Banca Ifis e illimity Bank
Il governo ha rinunciato al diritto di veto (golden power) sull’offerta pubblica di acquisto e di scambio dello scorso 8 gennaio di Banca Ifis su illimity Bank, l’istituto fondato dal banchiere ed ex-ministro Corrado Passera. Il calendario dell’offerta della banca controllata dalla famiglia Furstenberg prevede l’assemblea straordinaria convocata per il prossimo 17 aprile, per conferire la delega al cda a procedere con l’aumento di capitale a sostegno dell’operazione. Dopo il via libera della Consob, Ifis avvierà l’offerta tra maggio e giugno, per concludere il tutto entro settembre.
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